Oltre ad alcune imposte che gravano a prescindere dal regime fiscale scelto dall’investitore[1] esistono tre tipi di regimi fiscali che interessano gli investimenti (regime amministrato, regime gestito e regime dichiarativo), ognuno di questi è caratterizzato da un diversa relazione tra risparmiatore - gestore.
REGIME AMMINISTRATO
Se si opera in questo regime si affidano gli adempimenti fiscali al proprio intermediario finanziario, ma si resta sempre, il controllo della decisione sui propri investimenti. Questo regime è tipico delle soluzioni di investimento che lasciano all’investitore la piena libertà di selezionare e scegliere gli strumenti.
I punti chiave per quanto riguarda la fiscalità sono i seguenti:
- La tassazione si verifica al momento della vendita dei singoli strumenti.
Ad esempio, ipotizza di acquistare alcune azioni Amazon e dei titoli di Stato USA. Al momento della vendita di uno di questi strumenti, in presenza di una plusvalenza, interviene il prelievo fiscale sul realizzo della posizione relativa al singolo strumento.
- Per tutte le plusvalenze, l’aliquota dell’imposta è pari al 26% ad eccezione di quelle sugli interessi derivanti da titoli di stato facenti parte la cosiddetta “White list” per i quali è del 12,5%.
- Le minusvalenze e le plusvalenze derivanti da ETF, Fondi Comuni d’investimento, Sicav e OICR di vario tipo, non sono compensabili.
Tuttavia e bene dire che c’è la possibilità di riporto a nuovo delle minusvalenze eccedenti fino al quarto periodo d’imposta successivo per eventuali compensazioni con plusvalenze derivanti da azioni, obbligazioni ed ETC.
In regime Amministrato, le imposte vengono accantonate o versate direttamente al momento del realizzo, quindi ogni volta che si esce dal mercato con il singolo strumento. Questo sul lungo termine può inficiare la performance dell’attività di investimento, perché toglie immediatamente liquidità che potrebbero essere reinvestita generando altri utili.
REGIME DICHIARATIVO
Nel regime dichiarativo è compito dell’investitore raccogliere tutta la documentazione necessaria per calcolare le imposte da versare al fisco, oppure incaricare uno specialista per la redazione della stessa.
In questo tipo di regime, in modo autonomo, oppure accompagnati da consulenti, si agisce “soli contro il mercato”, acquistando e vendendo i prodotti finanziari grazie a dossier d’investimento presso la propria banca, oppure tramite broker.
REGIME GESTITO
Il cliente delega all’intermediario autorizzato la decisione sulla strategia d’investimento. Anche gli adempimenti fiscali attinenti ai suoi investimenti restano in capo allo stesso intermediario presso cui i suoi investimenti sono depositati. In questo caso la base imponibile sarà determinata sia dai redditi di capitale che dai redditi diversi:
- La particolarità di questo regime è che si possono equilibrare le componenti positive (redditi di capitale, plusvalenze e altri redditi diversi) e quelle negative (minusvalenze e spese). La compensazione si effettua l’ultimo giorno di ogni anno. Questo vuol dire che, qualora il tuo portafoglio fosse positivo nel suo insieme ma, alcuni degli investimenti che fanno parte della gestione fossero andati in negativo, minusvalenze e plusvalenze si compenserebbero, andando a ridurre il tuo carico fiscale.
- Se alla fine dell’anno il risultato della gestione fosse nel suo complesso negativo, la perdita potrà essere riportata a nuovo negli esercizi successivi fino al quarto periodo d’imposta. Questo vuol dire che la gestione avrebbe l’effetto di un credito fiscale in caso di risultato negativo.
- L’aliquota dell’imposta sostitutiva è del 26% per tutte le plusvalenze ad eccezione di quelle sugli interessi derivanti da titoli di stato di Paesi appartenenti alla cosiddetta “White list” per i quali è del 12,5%.
I vantaggi del regime di risparmio gestito sono la diversificazione del portafoglio che consente di ridurre il rischio dell’investimento (vedi il paragrafo sulla Diversificazione) e il risparmio di tempo di cui beneficia l’investitore che affida la gestione del proprio patrimonio a una società specializzata.
[1] Di seguito le principali imposte che gravano sul contribuente a prescindere dal regime scelto:
- Imposta di bollo, pari al 2 per mille della somma investita. Su conti correnti e libretti di risparmio l’importo è fisso a 34,20 € per giacenze superiori ai 5.000 €.
- Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (IVAFE), pari al 2 per mille del valore dei prodotti. Su conti correnti e libretti di risparmio esteri, l’importo resta fisso a 34,20 €.
- Tobin Tax, si applica sul trasferimento della proprietà di azioni, sul trading ad alta frequenza e sui derivati. 0,1% sul controvalore delle azioni, che sale a 0,2% per azioni negoziate su mercati non regolamentati[1].
- Tassa di successione, applicata sul trasferimento di proprietà dei beni (mobili e immobili) dalla persona scomparsa agli eredi. La legge stabilisce 3 aliquote distinte per grado di parentela.