Principio n°1: Rischio = Rendimento
A rendimenti più alti corrispondono rischi maggiori.
Ma la nostra mente ci porta a provare avversione per tutti i rischi.
Per questa ragione MyGuru, prima di indicarti come gestire il tuo patrimonio mobiliare, verifica che tu abbia coperto tutti i rischi che possono avere un impatto significativo sulla tua vita, anche quelli più improbabili.
Solo dopo essere certo di avere garantito i tuoi bisogni primari (vedi il paragrafo sulla “Piramide dei bisogni di Maslow”) potrai facilmente gestire i tuoi risparmi in modo redditizio e soprattutto con il giusto grado di serenità.
È comprensibile temere i forti sali-scendi del mercato, ma questo non deve paralizzarti. Grazie a MyGuru, capirai quando è meglio essere prudenti e quando è svantaggioso procedere con il freno a mano tirato.
Ricordi che nel tuo patrimonio mobiliare confluiscono tutte le risorse non utilizzate per la tua sussistenza e per proteggere il tuo stile di vita presente e futuro?
Ciò che rimane, deve essere investito senza paura perché i veri rischi, quelli che possono rovinarti la vita, sono già stati coperti.
Pensare di avere investimenti “sicuri” è un concetto sbagliato perché il mercato degli investimenti non è un rifugio isolato, bensì un campo aperto di opportunità, dove per definizione ci si assume dei rischi per ottenere rendimenti.
La prima regola del mercato recita che “a maggior rischio corrisponde un maggior rendimento” come è ben visibile dall’immagine sottostante (Ross, 2020).
Nella figura son presenti i rendimenti minimi, massimi e medi per ciascuna classe di asset e la deviazione standard di ogni investimento, che misura la volatilità che potrebbe subire il nostro investimento.
Sebbene le azioni dei mercati emergenti abbiano registrato il rendimento medio più elevato, hanno anche registrato la deviazione standard più elevata.
I tuoi investimenti devono rendere almeno quanto i costi (imposta di bollo, commissioni, consulenza, ecc.) e l’inflazione in quanto, diversamente, il miracolo della capitalizzazione degli interessi si concretizza al contrario.
Ipotizza di dover necessariamente superre un precipizio con un salto: la prudenza ti bloccherebbe ed il coraggio ti toglierebbe la necessaria lucidità. Per decidere se effettuare il salto devi acquisire la consapevole che, prendendo una buona rincorsa, potrai superare l'ostacolo senza alcun rischio.
Ugualmente devi comportarti con gli investimenti: definisci i tuoi obiettivi e perseguili con professionalità, non serve essere né prudenti né coraggiosi.
Per poter affrontare rischi elevati senza rovinarsi è necessario seguire contestualmente due principi:
- orizzonte temporale più lungo possibile;
- massima diversificazione.
Considera che la remunerazione del rischio è l’unico vero modo per guadagnare. Diversamente, nel migliore dei casi, non compenserai nemmeno l’inflazione.
Il nemico del rischio è la paura, uno degli argomenti più studiati dalla finanza comportamentale.
Un metro per valutare il grado di paura presente sui mercati è l'indice VIX[1], che misura il posizionamento degli investitori rispetto al paniere azionario dello Standard & Poor 500.
L’unico modo per superare il timore e contenere il rischio è diversificare l’investimento e affrontarlo con un orizzonte temporale molto lungo.
Principio n°2: Orizzonte temporale più lungo possibile
Il concetto di orizzonte temporale viene normalmente inteso come il periodo di tempo nel quale intendi rinunciare alle tue disponibilità finanziarie per investirle.
Più l’orizzonte temporale si allunga, maggiori possibilità hai di massimizzare il tuo ritorno sull’investimento. Così facendo, aumenti le probabilità di avere profitti a parità di volatilità[2].
Ciò significa che puoi permetterti di sopportare una maggiore volatilità e, dunque, puoi godere di un premio per il rischio più alto sull’investimento.
La strategia di MyGuru, semplice ma vincente, prevede queste macro-azioni:
- determinare la quantità di denaro necessaria per garantirti la copertura dei bisogni primari;
- assicurarti contro gli imprevisti;
- investire la parte rimanente con il maggior orizzonte temporale possibile per fare rendere al massimo il tuo patrimonio complessivo.
Il tempo è la forza più potente: fa crescere le piccole cose e fa sparire i grandi errori.
Solo l’orizzonte temporale (tempo) riesce a conciliare il coraggio necessario per ottenere rendimenti importanti con una volatilità sopportabile.
Per comprendere quanto deve essere lungo il periodo per avere una ragionevole certezza di non rischiare il proprio denaro è possibile fare riferimento allo studio "Le regole d'oro degli investimenti a lungo termine" di JP Morgan una tra le banche Big Four americane. [3]
Principio n°3: Diversificare
Uno dei concetti base che devi conoscere è quello di diversificazione. Con questo termine si intende la suddivisione del proprio investimento in diverse categorie di strumenti come azioni, fondi, obbligazioni appartenenti a industrie o zone geografiche differenti. In tal modo riduci il rischio complessivo.
Se alcuni prodotti non otterranno un soddisfacente rendimento, altri andranno meglio compensando le perdite. Esiste un’intera branca della finanza che si occupa solo della gestione di portafogli di investimento, a riprova di quanto sia complessa e articolata questa vera a propria arte. Eccoti alcuni esempi di diversificazione:
- per area geografica (acquistare obbligazioni di diversi Paesi emittenti);
- per settore (acquistare azioni di settori differenti, come prodotti medicali e aerospaziali);
- per tipologia (acquistare obbligazioni, azioni e materie prime);
- per valuta (acquistare in valute differenti) [4]
Questo tipo di diversificazione va considerato anche in relazione al proprio patrimonio complessivo.
Principio n°4: Minimizzare i costi
Nella scelta di un investimento l’unica certezza sono i costi [5], mai i guadagni.
MyGuru è particolarmente attento a questo aspetto e ti indica la soluzione più economica che, nel mondo finanziario, è spesso anche la più redditizia.
Per effetto della capitalizzazione composta[6], l’1% all’anno di costi sul valore investito equivale indicativamente, dopo 20 anni, ad una perdita in termini di mancati rendimenti superiore al 30%.
Tra i principali costi di un fondo ci sono:
- le commissioni di sottoscrizione o quelle di collocamento;
- le spese correnti;
- le commissioni di performance;
- le commissioni di uscita.
Il totale di tutte questi costi viene chiamato TSC (Total Shareholder Cost).
La somma di spese correnti e commissioni di performance viene definito TER (Total Expense Ratio).
Il consiglio è quello di affidarsi a fondi passivi (ETF[7] cioè Exchange Traded Funds), che hanno generalmente costi più bassi e rendono l’investimento molto facile e gestibile; la scelta del consulente aiuterà a selezionare gli ETF adeguati per ottimizzarne la fiscalità.
I 4 Principi Guida ti garantiranno
ASSET ALLOCATON e RISULTATO OTTIMALE
Rispettare questi Principi guida è SEMPLICE, è sufficiente comprendere pochi concetti elementari, ma estremamente DIFFICILE senza un minimo di educazione finanziaria e qualcuno che sia in grado di trasmetterti e ricordarteli nei momenti in cui i dubbi e la paura ti assalgono.
In tal senso, lo studio della finanza comportamentale può diventare qualcosa di utile anche per la tua vita.
[1] VOLATILITA'
Per volatilità si intende la misura della variazione percentuale del prezzo di un asset finanziario in una data finestra temporale.
[2] RISCHIO VOLATILITA' IN RAPPORTO AL TEMPO DELL'INVESTIMENTO: CONCETTI STATISTICI
La tabella mostra le diverse probabilità di generare profitto su diverse scale temporali (Taleb, 2017).
Un rendimento del 15% con una volatilità del 10 % annuo si traduce in una probabilità del 93% di avere profitti in ogni dato anno. Osservato su una scala temporale molto più piccola tuttavia, ciò si traduce in una probabilità di solo 50,02 % di guadagnare in un dato secondo.
SCALA TEMPORALE |
PROBABILITA’ DI PROFITTO |
1 anno |
93% |
1 trimestre |
77% |
1 mese |
67% |
1 giorno |
54% |
1 ora |
51,3% |
1 minuto |
50,17% |
1 secondo |
50,02% |
[3] RISCHIO VOLATILITA' IN RAPPORTO AL TEMPO DELL'INVESTIMENTO: ESEMPIO PRATICO
Come si evince dal grafico sottostante il rischio di perdere denaro diminuisce in relazione all'aumentare della durata dell'investimento. Infatti un orizzonte temporale lungo consente di ridurre la volatilità ossia di ridurre l'impatto delle oscillazioni di prezzo dell'investimento. Prendendo come riferimento il portafoglio azionario che è il più rischioso, perchè più volatile, è evidente come il rischio di perdere si riduca drasticamente su un orizzonte temporale di soli 5 anni (da una perdita massima del -43% nel primo anno ad una perdita massima del -7% dopo 5 anni dall'investimento).
Dopo 20 anni l'investimento azionario, considerato rischioso, garantisce un rendimento positivo e superiore rispetto agli altri due portafogli.
Fonte: elaborazione di Jp Morgan Asset Management. Dati al 31/12/2021.
[4] DIVERSIFICARE LA VALUTA
Diversificare la valuta può essere anche un rischio ed allora puoi pensare di coprirti dal rischio cambio (hedging). Il rischio di cambio nasce quando acquisti titoli denominati in un’altra valuta. Ad esempio, se acquisti un titolo di stato USA (Treasury), le fluttuazioni del dollaro influenzano la resa del tuo investimento che resta comunque denominato in euro. Se il dollaro si rafforza guadagni, diversamente perdi.
Ora, ipotizzando che tu sia un risparmiatore / investitore di medio e lungo termine (in MyGuru non ci interessiamo dei professionisti del trading), vediamo quando ti conviene coprirti dal rischio cambio acquistando strumenti che già incorporano la protezione.
Azioni: non conviene proteggersi in quanto il mercato azionario, sul lungo termine, tende quasi sempre ad assorbire le oscillazioni valutarie. Inoltre, una svalutazione del cambio favorirebbe la rivalutazione delle azioni, in quanto renderebbe più competitive le esportazioni dell'azienda in cui hai investito. E viceversa. Per questa ragione accade spesso che i movimenti delle quotazioni e del cambio si compensino tra loro. Dunque, avrebbe poco senso diversificare l'area geografica e pagare per annullare l'effetto della diversificazione. Ovviamente il peso della capitalizzazione di mercato delle varie aree geografiche ti porterà ad esporti nelle valute dove hai maggiormente investito, che normalmente è il dollaro. Dovrai fartene una ragione e, se non credi in questa area geografica, è meglio che sottopesi quest'area anzichè coprirti dal rischio cambio.
Oro: valgono, normalmente, le considerazioni effettuate per le azioni.
Obbligazioni: qui la questione è decisamente più complessa in quanto potresti puntare su un Emittente di un Paese che ha emesso un'obbligazione in una valuta diversa dalla sua e, inoltre, la compensazione che avviene nelle azioni in questo caso non c'è. Possiamo comunque dire che conviene valutare la copertura solo sulle valute che si ritengono decisamente deboli ma, in questo caso, viene da chiedersi per quale ragione si desidera investire proprio li.
Ovviamente non coprirsi dal rischio cambio aumenta la volatilità ma, come hai imparato, nel lungo termine chi non risica non rosica.
Costo della copertura: gli strumenti che incorporano una protezione sono più complessi in quanto acquistano strumenti derivati attraverso l'uso di contratti swap che impegnano all’acquisto di un asset a un determinato prezzo nel futuro. Si vende spot ad un tasso e si acquista forward ad un tasso leggermente diverso ogni giorno, il differenziale tra questi due tassi si accumula e incide sui rendimenti del prodotto. Sebbene diversi fattori contribuiscano alla differenza tra spot e forward, il più importante è il differenziale dei tassi di interesse. Considera che l'impatto della copertura includerà il differenziale tra questi tassi in ogni giorno in cui il fornitore di swap esegue il forward sulla valuta, su base annua, il differenziale può essere di diversi punti percentuali.
Coprirsi dal rischio cambio è come stipulare un’assicurazione, garantendoti il diritto di acquistare valuta a un determinato prezzo nel futuro. Ovviamente questo lavoro non è gratis e spesso è poco trasparente. Ma il costo maggiore deriva dal differenziale dei tassi Libor tra le valute considerate, così che, solitamente, costa molto di più coprirsi dal rischio cambio sulla Lira Turca piuttosto che farlo sul Franco svizzero: le monete rappresentano l'economia di un Paese ed è probabile che la moneta di un Paese forte si rivaluti rispetto a quella di un Paese debole.
Altri costi meno rilevanti sono lo spread di cambio e gli oneri delle operazioni.
Dollaro / Euro: vale la pena di analizzare questo caso sia per l'importanza che gli investimenti in dollari hanno solitamente nei portafogli e sia per la ragione che si deve pagare per garantirsi contro la svalutazione di una moneta, il dollaro, che solitamente si rivaluta. Dunque è statisticamente probabile che tu paghi una copertura per evitare una perdita e che invece abbia pagato per rinunciare ad un guadagno!
Un esempio: ipotizza di avere acquistato un ETF che investe nello S&P500 o in High yield in $ ed ipotizza che il sottostante dell'ETF abbia performato in un anno del 5%; ora presumi che, per evitare il rischio cambio, tu abbia acquistato il medesimo ETF hedgiato, che il dollaro si sia rivalutato del 10% e che il costo della tua copertura sia stato del 3%. Nel caso di acquisto di ETF hedgiato avresti perso o avuto un mancato guadagno dell'8% (5% del rendimento -3% costo dell'hedging -10% mancata rivalutazione del dollaro)!
La copertura non ti ha coperto da un costo ma ti ha sottratto un guadagno.
Dunque, se ti trovi in Europa, dove ci sono tassi bassi a causa di una crescita lenta del PIL, ed intendi acquistare strumenti hedgiati domiciliati in USA, stato caratterizzato da tassi più alti in quanto PIL cresce mediamente del 2% rispetto al continente europeo, avrai un rendimento sul tuo investimento inferiore.
[5] Come si evince dal documento "Mifid 2 Ex post" le voci di costi e oneri si articolano in:
- costi impliciti: spese ricorrenti dei prodotti finanziari. Sono già incorporati nel valore finale (nonchè nel rendimento) dell'investimento.
- costi espliciti: addebitati direttamente al controvalore delle operazioni come le commissioni di negoziazione e di sottoscrizione oppure come i costi di custodia e amministrazione. Non essendo incorporati nel valore finale dell'investimento devono essere sottratti al rendimento lordo.
Esempio: costi impliciti 1%, costi espliciti 2% e rendimento lordo 5% REDDITIVITA' NETTA 2% (5%-3%).
[6] CAPITALIZZAZIONE COMPOSTA
Gli interessi annuali non vengono calcolati solo sul capitale investito iniziale ma anche sugli interessi accumulati negli anni.
[7] ETF PASSIVI
Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi d’investimento o Sicav a gestione passiva. Come per i fondi, quando si acquista un ETF è come se si acquistasse un paniere di titoli. Investire in un ETF equivale ad investire insieme ad altri investitori, il gestore dell’ETF acquisterà poi con questo denaro il paniere di titoli che andranno a replicare il benchmark scelto. La performance dell’investimento sarà data dal risultato di tutti i singoli titoli. Approfondisci nel capitolo successivo dedicato agli ETF.