Probabilmente hai già sentito parlare degli Exchange Traded Funds, o, più brevemente, ETF.
Da alcuni anni hanno conquistato il mondo degli investimenti, per via della loro relativa facilità di acquisto e ad una serie di vantaggi nel loro utilizzo.
Gli ETF sono fondi di investimento a gestione passiva e acquistando un titolo del fondo equivale ad acquistare un paniere di titoli. I fondi altro non sono che un aggregatore di denaro di diversi investitori e il gestore del fondo utilizza questo denaro per acquistare titoli in base alla strategia adottata. La performance del fondo sarà la somma di tutte le performance di tutti i singoli strumenti acquistati dal fondo.
Per “gestione passiva” si intende la strategia con cui un fondo replica il più fedelmente possibile il rendimento di un benchmark (ad esempio un indice azionario), acquistando i titoli che compongono quello stesso mercato.
Gli ETF si contraddistinguono per essere scambiabili sul mercato regolamentato, ovvero per la possibilità di acquistare o cedere delle quote del fondo in base alle proprie preferenze di investimento.
Etf quali vantaggi
Investire in ETF implica una serie di vantaggi che consentono sia un accesso agli investimenti ragionevolmente semplice sia di mitigare molti rischi legati agli investimenti stessi.
Gli ETF godono di una estrema liquidità, il che significa che è molto semplice compare o vendere quote in tempi brevi e con un prezzo molto vicino al desiderato, poiché sarà semplice trovare una controparte.
La loro replica di un benchmark li rende versatili, poiché per acquisire uno strumento che performa, ad esempio, come l’intero mercato azionario americano, l’investitore può acquistare un ETF, anziché acquistare le singole azioni, con un taglio netto dei costi e dell’investimento richiesto. Questa facilità permette di costruire in modo semplice strategie multi asset per sfruttare al meglio le varie fasi di mercato.
La natura “passiva” degli ETF garantisce bassi costi di gestione, che nel lungo termine si traducono in maggiori guadagni e maggiore effetto composto.
Se un fondo attivo può costare più del 2% l’anno, un ETF difficilmente supera lo 0,5%.
Uno dei vantaggi meno scontati della replica passiva è la forte trasparenza del fondo: non è difficile infatti conoscere esattamente la composizione del portafoglio del fondo, poiché è identica a quella dell’indice di riferimento.
In ultimo, la sicurezza degli ETF è garantita dal fatto che il patrimonio investito è separato da quello della società, per cui, anche in caso di fallimento della società emittente, viene garantito il rimborso delle quote versate.
Anche a livello di performance gli ETF danno una certezza: non potranno performare peggio del benchmark di riferimento. Da uno studio di Morning Star[1], emerge un’altra verità: il 91,2% dei fondi attivi non ha battuto gli ETF negli ultimi 10 anni, registrando quindi uno scenario peggiore per l’investitore (Morningstar, 2019).
ETF a distribuzione e ad accumulazione: differenze fiscali
Rilevanti sono le differenze fra gli ETF che distribuiscono i proventi e gli ETF che invece reinvestono tali proventi all’interno del fondo. Gli ETF a distribuzione hanno la cedola tassata al 26% in caso di dividendo azionario, al 12,50%, in caso di interesse derivante da titoli di stato governativi dell’Unione Europea, mentre, gli ETF ad accumulazione, non soffrono alcuna tassazione per le medesime cedole reinvestite. È lampante che il regime fiscale italiano facilita gli ETF ad accumulazione, che godono del maggiore beneficio della capitalizzazione degli interessi composti.
[1] Società di servizi finanziari Statunitense. Fornisce una serie di servizi di ricerca e gestione degli investimenti.