Disponibilità e cenni storici
La sua quantità totale è finita, e si stima che finora ne siano state estratte circa 208.874 tonnellate (dato aggiornato al 2023 secondo il World Gold Council), di cui la maggior parte è ancora in circolazione, principalmente sotto forma di gioielli, lingotti, monete e componenti tecnologici. Nonostante gli sforzi minerari continuino, i giacimenti più facilmente accessibili sono stati sfruttati, rendendo le nuove scoperte sempre più complesse e costose.
La storia dell'oro è profondamente intrecciata con quella dell'umanità. Fin dall'antichità, è stato apprezzato per la sua bellezza, duttilità e inalterabilità, caratteristiche che lo hanno reso un simbolo di ricchezza, potere e divinità. Le prime civiltà lo utilizzavano per gioielli, artefatti religiosi e come mezzo di scambio. Con il tempo, l'oro divenne la base per i sistemi monetari di molte nazioni, culminando nel gold standard, un sistema in cui il valore di una valuta era direttamente legato a una quantità specifica di oro. Sebbene la maggior parte dei paesi abbia abbandonato il gold standard nel corso del XX secolo, l'oro ha mantenuto il suo status di bene rifugio globale, ovvero un asset a cui gli investitori si rivolgono nei periodi di incertezza economica e politica.
Perché l'oro è utile in un'asset allocation
L'oro è un bene reale che può stabilizzare il portafoglio tipicamente nelle seguenti situazioni di mercato:
- Inflazione elevata e iperinflazione, storicamente l'oro ha dimostrato di mantenere il suo valore, o addirittura di apprezzarsi, durante periodi di crisi economica o incertezza
- Incertezza economica e aumento dell'instabilità geopolitica, in questi scenari, il suo ruolo di bene rifugio diventa preminente, e l'allocazione potrebbe essere aumentata in previsione o in risposta a tali eventi.
- Decremento dei tassi di interesse reali
- Deprezzamento del dollaro USA
- Diversificazione del portafoglio, l'oro ha una bassa correlazione, e a volte una correlazione negativa, con gli asset finanziari tradizionali come azioni e obbligazioni. Questo significa che quando i mercati azionari o obbligazionari subiscono flessioni, l'oro può performare in modo indipendente o addirittura positivo, contribuendo a ridurre la volatilità complessiva del portafoglio e a migliorarne il rapporto rischio/rendimento.
Per le ragioni sopra indicare, l'oro è molto volatile ma serve a ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.
Teorie su come inserire l'oro nel portafoglio
L'integrazione dell'oro in un portafoglio dipende dagli obiettivi dell'investitore, dall'orizzonte temporale e dalla propensione al rischio.
Ecco alcune teorie comuni:
- Percentuale fissa (5-10%): questa strategia si basa sull'idea che l'oro funga da "ancora" o diversificatore permanente, fornendo protezione in caso di turbolenze di mercato senza dominare la performance complessiva del portafoglio. È un approccio conservativo che mira a bilanciare la crescita con la protezione del capitale.
- Strategia "All Weather" o Portafoglio Permanente: Ispirata a principi di asset allocation che mirano alla resilienza in qualsiasi condizione di mercato, questa teoria propone di includere l'oro come uno dei quattro pilastri principali di un portafoglio bilanciato, insieme a azioni, obbligazioni a lungo termine e liquidità. L'idea è che, indipendentemente dallo scenario economico (inflazione, deflazione, crescita, recessione), uno di questi asset performi bene, garantendo stabilità e rendimenti accettabili nel lungo periodo.
- Altre sono trattate in un'apposito paragrafo.
Per un normale risparmiatore, cercare un'esposizione alle materie prime potrebbe avvenire indirettamente, ad esempio tramite ETC (Exchange Traded Commodity) che replicano indici di materie prime.