P/E (PREZZO / EARNING)
Rapporto tra il prezzo delle azioni e gli utili generati (P/E ratio): quando il P/E è basso rispetto alla media storica è un momento favorevole per l’acquisto delle azioni, significa che il mercato produce utili elevati e il prezzo dell’azione rimane su livelli contenuti, il che farebbe supporre che il mercato è sotto valutato. Il contrario quando il P/E è alto.
Il P/E ratio medio del mercato USA negli ultimi 145 anni è stato del 15.6 mentre la media mobile dal 2002 al 2021 ha oscillato su valori compresi tra 20 e 25.
Purtroppo non è facile comprendere quale sia il P/E ratio in quanto i diversi siti fanno riferimento ad “E” (cioè Earning = utili netti) diversi (ultimo bilancio approvato, anno precedente, anno corrente, previsionale, ecc.) ed è ancora più difficile immaginare quale sia il P/E dei successivi anni e cioè quelli in cui si decide di essere investiti nel mercato azionario.
Altri studiosi, più semplicemente, con riferimento allo S&P500 ed al mercato USA, ritengono che un P/E medio sia pari a 20 – l’inflazione: in pratica, più c’è inflazione e più il P/E si abbasserebbe. Infatti, con l’inflazione si alza il costo del denaro e ciò incide negativamente sui conti aziendali e, in particolare, sulle società innovative che sono mediamente molto indebitate.
Questo grafico rende l’idea di come sei posizionato: S&P 500 PE
Decidere quale sia il PE più indicativo è difficile ma praticamente non molto rilevante, piuttosto di studiare cervellotiche medie tra diverse fonti che determinano il PE di un indice è meglio sceglie una sola fonte e concentrarsi sulla dinamica che ha avuto negli anni.
Ovviamente per disinvestire vale lo stesso ragionamento al contrario: un P/E molto elevato rispetto alla media storica significa che il mercato produce utili molto bassi rispetto al prezzo corrente dell’azione ed è quindi indice di un mercato sopravvalutato.
SHILLER CAPE – INFLATION ADJUSTED
E’ una variante del classico rapporto Price-Earnings (PE), viene calcolato dividendo il prezzo corrente di un indice azionario per la media dei guadagni reali (aggiustati per l’inflazione) degli ultimi 10 anni.
Pregi:
– Stabilità: Utilizza una media decennale degli utili, smussando le oscillazioni cicliche del mercato e fornendo una visione più stabile rispetto al PE tradizionale.
– Correzione per inflazione: L’aggiustamento per inflazione dà una visione più accurata del potere d’acquisto reale e della performance a lungo termine.
– Previsione a lungo termine: Storicamente, il CAPE è stato un buon indicatore della probabilità di rendimenti a lungo termine (10 anni e più).
Difetti:
– Non predittivo a breve termine: Il CAPE non è molto utile per prevedere le fluttuazioni del mercato nel breve termine, perché può rimanere sopravvalutato o sottovalutato per lunghi periodi.
– Non cattura cambiamenti strutturali: Non tiene conto di cambiamenti nelle dinamiche del mercato, come i tassi di interesse o la politica fiscale, che possono influenzare il livello “normale” di utili o prezzi.
– Basato sul passato: È puramente un indicatore “consuntivo”, basato su dati storici, che non tiene conto delle proiezioni future.
Questo grafico rende l’idea di come sei posizionato:
P/E Shiller.
FORWARD PE
E’ il rapporto tra il prezzo corrente di un’azione o di un indice e i guadagni futuri stimati (solitamente per i prossimi 12 mesi). È diverso dal PE tradizionale, che utilizza gli utili passati, perché si basa su stime di analisti finanziari.
Pregi:
– Orientato al futuro: Poiché utilizza utili futuri stimati, offre una visione più aggiornata e predittiva di quanto il mercato si aspetta dalle aziende in termini di utili.
– Più realistico: Se gli utili futuri sono attesi in crescita, il Forward PE può riflettere meglio il valore potenziale di un’azione rispetto al PE consuntivo basato sugli utili passati.
Difetti:
– Basato su stime: La maggiore debolezza è l’affidabilità delle previsioni degli utili, che spesso possono essere imprecise o troppo ottimistiche. In periodi di incertezza, gli utili stimati possono discostarsi significativamente dai risultati reali.
– Ciclo economico: Gli utili previsti potrebbero non riflettere pienamente i rischi economici o ciclici imminenti, quindi può sottostimare i rischi.
– Volatilità: Le stime sugli utili possono cambiare rapidamente a causa di fattori economici, geopolitici o di mercato, rendendo il Forward PE instabile.
PS (PREZZO / VENDITE)
Il Price to Sales Ratio o Prezzo/Vendite, è un rapporto che confronta il prezzo di un’azione o di un intero indice con le vendite (o ricavi) generati dall’azienda (o dall’indice) nell’ultimo anno. Viene calcolato dividendo la capitalizzazione di mercato di un’azienda per i suoi ricavi totali. Per un ETF o un indice, si calcola allo stesso modo: prezzo totale dell’indice diviso per le vendite aggregate delle aziende che compongono l’indice.
Utilizza i ricavi effettivamente registrati negli ultimi 12 mesi o le stime di ricavi futuri previste dagli analisti per i prossimi 12 mesi.
Pregi:
– Indicatore di crescita: È particolarmente utile per le aziende che ancora non generano utili significativi o che hanno margini di profitto variabili. Ad esempio, molte aziende in fase di crescita possono avere un basso profitto o perdite ma ottimi ricavi, e il P/S aiuta a valutarle meglio. Ideale per start-up o aziende tecnologiche in crescita.
– Meno soggetto a manipolazioni contabili: A differenza degli utili, che possono essere influenzati da pratiche contabili come ammortamenti o svalutazioni, le vendite sono generalmente più stabili e meno manipolabili, rendendo il P/S un indicatore più “pulito”.
– Adatto a settori ciclici: In settori con utili volatili (come le materie prime o la tecnologia), il P/S fornisce una valutazione più stabile rispetto al PE, poiché le vendite tendono a essere meno volatili rispetto agli utili.
Difetti:
– Non considera la redditività: Il P/S non tiene conto dei margini di profitto di un’azienda. Due aziende possono avere lo stesso P/S, ma una potrebbe essere molto più redditizia dell’altra, rendendo questa metrica meno utile in settori con margini molto variabili.
– Indebitamento ignorato: Non tiene conto del livello di indebitamento di un’azienda. Un’azienda con un alto livello di debito può sembrare a buon mercato secondo il P/S, ma può avere rischi finanziari elevati.
– Più utile con margini costanti: Funziona meglio in settori con margini di profitto relativamente stabili. In settori dove i margini variano molto, il P/S potrebbe dare segnali fuorvianti.
– Non predittivo da solo: Il P/S, da solo, non fornisce una visione completa. Anche se un’azienda ha un basso P/S, non significa necessariamente che sia un buon investimento. Deve essere combinato con altre metriche, come il margine di profitto o il flusso di cassa, per avere un quadro più completo.