Gestirsi autonomamente: considerazioni
Prima di effettuare un qualsiasi investimento, la legge obbliga l'investitore ad una serie di adempimenti, tra cui il questionario Mifid. Per questa ragione, fortunatamente, c'è sempre un controllo minimo che impedisce al risparmiatore di prendere delle decisioni inopportune. Pertanto, quando si parla di "gestirsi autonomamente" si intende la possibilità che ha l'investitore di scegliere tra quei prodotti finanziari che l'istituto di credito gli ha messo a disposizione in base al risultato del questionario.
Gestire le proprie finanze in modo autonomo può sembrare una buona idea per risparmiare sui costi di consulenza, ma ci sono diversi motivi per cui è sconveniente rispetto all'affidarsi a un consulente finanziario indipendente.
Parti dal considerare che il guadagno, cioè l'utile, è una differenza tra:
+ Rendimento lordo
- Inflazione
- Imposte
In pratica, nel paragrafo dedicato al
Portafoglio crescita hai potuto constatare come per realizzare una reale performance devi realizzare almeno il 5% lordo, una percentuale comunque ambiziosa.
Ma non basta, devi considerare anche il
RETURN GAP
cioè la differenza tra il rendimento degli investimenti e il rendimento effettivo ottenuto dall'investitore a causa di decisioni di investimento sbagliate o tempistiche errate.
Il report annuale di Morningstar lo quantifica nell'1,1% a causa, soprattutto, della difficoltà nell'investire tutto subito nella propria asset allocation ideale. Pensa, ad esempio, al tempo necessario per realizzare un PAC ed ai conseguenti mancati guadagni che ne conseguono.
Ma non basta, il Return gap aumenta sino al 2,6% nel caso di investimenti scarsamente diversificati, come nel caso degli ETF settoriali o fattoriali, quelli che solitamente vengono consigliati per rendere incomprendibile la tua gestione al solo fine di caricarti di costi inutili che vanno a remunerare chi te li propone.
Infatti, concentrarsi su rischi specifici accresce la volatilità che, a sua volta, esalta diversi bias (distorsioni cognitive):
- Bias dell'avversione alle perdite che ti spinge a vendere quando dovresti acquistare.
-
Bias di ancoraggio e di conferma, per cui sei più portato ad investire su trend che vanno bene e, infatti, tutti tendono ad investire nei mercati che sono alla fine del ciclo nonostante che la storia insegni che di dovrebbe fare esattamente il contrario.
-
Bias del senno di poi, la tendenza a vedere eventi passati come prevedibili dopo che sono già accaduti.
-
Present bias (o bias del presente) è la tendenza a preferire una ricompensa immediata piuttosto che una più grande che si otterrebbe in futuro.
Se desideri approfondire l'argomento ascolta i nostri podcast,
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Come si evince nel paragrafo "Portafoglio crescita", dovrai ottenere un rendimento lordo di almeno il 6% per potere conservare inalterato il valore del tuo patrimonio:
+ RENDIMENTO LORDO + 6%
- Return gap
= RENDIMENTO NETTO poco più dello 0%
Ora che hai compreso come sia arduo accrescere il valore del tuo patrimonio e come, al contrario, sia facile perderlo se non adotti la strategia giusta, non ti stupirai più se i risultati sperati non si sono quasi mai realizzati.
In queste condizioni è evidente come sia essenziale un consulente finanziario indipendente che ti garantisca:
- competenza e conoscenza;
- esperienza professionale;
- aggiornamenti continui, deve rimanere aggiornato sulle normative e le leggi finanziarie in continua evoluzione, garantendo che i loro consigli siano sempre attuali e conformi;
- una pianificazione personalizzata;
- una riduzione del rischio di errori;
- riduca i bias comportamentali o cognitivi, come l'ancoraggio, la conferma e l'avversione alle perdite;
- ottimizzazione fiscale;
- disponibilità di strumenti di analisi avanzati e risorse che non sono disponibili agli investitori autonomi;
- rete di professionisti per garantire una consulenza integrata.
Dovresti anche avere compreso come i consulenti finanziari NON indipendenti (cioè quelli in palese conflitto d'interesse) ti hanno sempre venduto speranze che poi non si sono mai concretizzate.
Conclusione
Affidarsi a un consulente finanziario indipendente offre numerosi vantaggi.
Se hai un capitale inferiore ai 100 mila un buon consulente finanziario indipendente ti potrà offrire gratuitamente qualche suggerimento non personalizzato oppure proporti un paio di ore del suo tempo a pagamento.
Se hai un capitale compreso tra i 100 mila ed un milione il buon consulente finanziario indipendente sarà lui a consigliarti se ti conviene operare in proprio oppure sottoscrivere un contratto con lui, a MyGuru non conviene acquisire clienti senza riuscire a creare valore rispetto a quanto il potenziale cliente potrebbe fare da solo, ci farebbe una cattiva pubblicità a fronte di una parcella esigua che, probabilmente, coprirebbe a mala pena i costi.
Se hai un capitale maggiore di un milione è consigliato. Come esempio, immagina di avere un patrimonio di 2 milioni di euro e che tu decida di affidarti a un consulente finanziario indipendente che ti chiede un compenso di 10.000 euro all'anno, pari allo 0,5% del capitale. Se, grazie alla sua consulenza, riesci a ottenere anche solo un rendimento netto superiore dell'1% rispetto a quanto avresti ottenuto gestendo tutto da solo (ad esempio evitando errori, bias comportamentali, scarsa diversificazione o inefficienze fiscali), il beneficio economico è evidente: 1% di 2 milioni = 20.000 euro all'anno di rendimento aggiuntivo. Anche dopo aver pagato i 10.000 euro di consulenza, ti restano comunque 10.000 euro di rendimento netto in più ogni anno rispetto a una gestione autonoma. Inoltre, il consulente ti aiuta a proteggere il capitale da errori costosi e a pianificare meglio il futuro, riducendo il rischio di compromettere il patrimonio con decisioni sbagliate.
Se hai un capitale maggiore di 5-10 milioni sarebbe un errore imperdonabile con farti assistere da un consulente finanziario in quanto i benefici aumentano in modo esponenziale rispetto al costo. Come esempio, immagina di avere un patrimonio di 10 milioni di euro e supponiamo che tu decida di affidarti a un consulente finanziario indipendente che ti chiede un compenso di 20.000 euro all'anno, pari allo 0,2% del capitale. Se, grazie alla sua consulenza, riesci a ottenere anche solo un rendimento netto superiore dell'1% rispetto a quanto avresti ottenuto gestendo tutto da solo, il beneficio economico è evidente: 1% di 10 milioni = 100.000 euro all'anno di rendimento aggiuntivo. Anche dopo aver pagato i 20.000 euro di consulenza, ti restano comunque 80.000 euro di rendimento netto in più ogni anno rispetto a una gestione autonoma. Inoltre, il consulente ti aiuterà in un'infinità di altre situazioni che ti faranno risparmiare tempo, denaro e ti faranno vivere serenamente senza prenderti rischi inutili.