I tre pilastri italiani: i sistemi previdenziali
In Italia è possibile ricevere la pensione attraverso tre sistemi differenti e complementari gestiti dallo Stato o da enti previdenziali privati, definiti i tre pilastri italiani.
1) Il sistema pubblico
Il primo pilastro è pubblico e obbligatorio, eroga la pensione a tutti i lavoratori dopo avere versato i contributi durante la loro vita lavorativa.
Purtroppo l’INPS, che è il principale ente che dovrebbe gestire la tua pensione, si trova in un drammatico “equilibrio finanziario”. Questa espressione è volutamente rassicurante ma nasconde una triste realtà: nelle casse dell’Istituto, gravato da un “super debito”, non c’è nemmeno un euro.
Alla luce di ciò, la speranza che ci vengano restituiti i contributi versati in anni di lavoro è legata al miraggio che i futuri lavoratori ci sovvenzionino secondo il cosiddetto “Schema Ponzi”, un modello economico truffaldino che promette guadagni alle vittime (gli attuali pensionati) a patto che queste reclutino nuovi investitori (gli attuali lavoratori), vittime a loro volta[1]
.
2) La previdenza complementare collettiva
Il secondo pilastro riguarda i fondi pensione chiusi (detti anche negoziali, gestiti dal sindacato dei lavoratori e dai datori di lavoro). Questi sono fondi dedicati a specifiche categorie professionali, autonome o dipendenti. Non tutti possono accedervi.
La contribuzione complessiva è composta da (Pensione, 2011):
- il tuo contributo, la cui entità è stabilita dagli accordi collettivi; tuttavia, se lo desideri, puoi versare anche un importo maggiore;
- la quota di TFR futuro cioè quello che maturi dal momento in cui aderisci alla forma pensionistica (pari a circa una mensilità per ciascun anno di lavoro);
- il contributo del tuo datore di lavoro.
Puoi scegliere di contribuire utilizzando solo il TFR, ma in questo caso rinunci al contributo del tuo datore.
3) La previdenza complementare individuale
Il terzo pilastro è costituito dalla previdenza complementare individuale, a cui si deve ricorrere quando non si può o non si desidera optare per un fondo pensione chiuso.
In questo caso si aderisce ad un fondo pensione aperto (gestito da una Compagnia di Assicurazione, una Società Intermediazione Mobiliare o una Società Gestione del Risparmio) o ad un Piano Individuale Pensionistico di tipo assicurativo (PIP) [2].