L’inflazione, il nemico del risparmiatore

5.6.2 L’inflazione, il nemico del risparmiatore

L’inflazione è spesso sottovalutata dai risparmiatori, ma rappresenta il vero nemico silenzioso della crescita patrimoniale. Questo fenomeno, che consiste nell’aumento generalizzato e persistente dei prezzi, erode progressivamente il potere d’acquisto del denaro, riducendo il valore reale dei risparmi e degli investimenti. Comprendere come l’inflazione impatti le finanze personali è fondamentale per proteggere il proprio patrimonio e adottare strategie adeguate.

Cos’è l’inflazione e come colpisce il risparmiatore

L’inflazione misura la variazione dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo. Se oggi con 100 euro puoi acquistare una certa quantità di prodotti, in un contesto di inflazione al 3% annuo, tra dieci anni quegli stessi 100 euro avranno un potere d’acquisto ridotto di circa il 25%.

Per i risparmiatori, l’effetto dell’inflazione è devastante se il denaro è lasciato su strumenti a rendimento nominale nullo o basso, come:

  • Conti correnti: dove i soldi non fruttano nulla.
  • Obbligazioni: tutte le obbligazioni, a tasso fisso o variabile, soffrono l’inflazione. Quelle a tasso fisso vedono il valore reale del rendimento eroso, mentre quelle a tasso variabile possono adeguarsi, ma spesso con un ritardo rispetto all’aumento dei prezzi.

Un doppio effetto negativo

L’inflazione colpisce anche gli investimenti finanziari, influendo su:

  1. Il rendimento reale degli investimenti:

Il rendimento nominale (ad esempio, il 5% annuo) è solo la superficie. Bisogna sottrarre l’inflazione per ottenere il rendimento reale. Se l’inflazione è al 3%, quel 5% diventa un 2% reale.

  1. Le imposte sugli investimenti:

In Italia, i rendimenti finanziari sono tassati con aliquote che vanno dal 12,5% al 26%, a prescindere dal fatto che siano nominali o reali. Questo significa che un rendimento nominale del 5% su cui si applica una tassazione del 26% porta un rendimento netto del 3,7%. Se l’inflazione è al 3%, il rendimento reale si riduce quasi a zero.

L’effetto combinato di inflazione e tassazione può trasformare investimenti apparentemente redditizi in operazioni in perdita.

Come l’inflazione induce ad acquistare volatilità

Uno degli effetti più insidiosi dell’inflazione è che obbliga il risparmiatore ad assumersi maggiori rischi per proteggere il proprio patrimonio. Quando i rendimenti degli strumenti più sicuri, come conti correnti o obbligazioni a breve termine, non riescono a tenere il passo dell’inflazione e, a complicare ulteriormente il quadro, intervengono le imposte sui rendimenti, i risparmiatori sono costretti a orientarsi verso strumenti con maggiore volatilità, come azioni, fondi azionari o altri asset con potenziale di rendimento più elevato. Tuttavia, maggiore volatilità implica anche maggiore rischio, richiedendo una pianificazione finanziaria accurata. La capacità di tollerare oscillazioni di breve termine e la possibilità di allungare l’orizzonte temporale diventano essenziali per poter trarre beneficio da tali investimenti. Inoltre, la diversificazione su diversi mercati, settori e strumenti è cruciale per ridurre il rischio specifico e aumentare le probabilità di ottenere rendimenti che superino sia l’inflazione sia il peso delle imposte.

 In sostanza, l’inflazione non solo erode il reddito sicuro, ma obbliga anche il risparmiatore a uscire dalla propria zona di comfort e a gestire dinamiche più complesse come la volatilità e l’orizzonte temporale, rendendo la pianificazione finanziaria una necessità imprescindibile.

Come combattere l’inflazione

Azioni

Le azioni sono uno degli strumenti più efficaci per proteggere il capitale dall’inflazione, ma è importante distinguere tra effetti di breve e lungo termine.

  • Breve termine: Settori come alimentare, energetico e sanitario tendono a offrire una protezione immediata perché le aziende possono trasferire i costi maggiori ai consumatori.
  • Lungo termine: Tutte le azioni, indipendentemente dal settore, tendono a proteggere dall’inflazione. I ricavi e gli utili delle aziende crescono con il tempo, riflettendo l’aumento dei prezzi. Questo rende il mercato azionario una scelta cruciale per preservare e far crescere il valore del patrimonio.

Investimenti immobiliari

Gli immobili, soprattutto se acquistati in capo alla persona fisica, possono offrire una protezione contro l’inflazione, soprattutto in aree geografiche con una domanda crescente. Gli affitti, indicizzati all’inflazione, possono generare redditi reali anche in periodi di aumento dei prezzi. 

Oro e metalli preziosi

L’oro è storicamente un ottimo rifugio contro l’inflazione. La sua scarsità e il fatto che non dipenda da valute o politiche economiche lo rendono un pilastro per diversificare il portafoglio.

Criptovalute

Sebbene siano strumenti ad alta volatilità, alcune criptovalute, come Bitcoin, vengono considerate da alcuni investitori come un bene rifugio contro l’inflazione, grazie alla loro natura deflattiva e alla scarsità programmata.

Obbligazioni a breve termine

Quando l’inflazione è bassa ma si presume possa crescere, le obbligazioni a breve scadenza permettono di adeguarsi più rapidamente ai nuovi tassi di interesse, riducendo il rischio di perdite di valore.

L’inflazione come opportunità

Se da un lato l’inflazione è un nemico per i risparmiatori passivi, dall’altro rappresenta una sfida che, con le giuste strategie, può essere trasformata in un’opportunità.

Pianificare il proprio portafoglio con un approccio proattivo, diversificato e orientato alla crescita reale è il modo migliore per vincere la battaglia contro l’inflazione:

Obbligazioni a lungo termine

In un contesto di inflazione alta che si prevede in discesa, le obbligazioni a lungo termine offrono un’opportunità di rendimento superiore grazie alla riduzione futura dei tassi di interesse.

 

I quattro cicli principali

  1. Inflazione

Questa fase rappresenta l’aumento dei prezzi su scala generale e persistente.

Durata tipica: 10-15 anni.

Caratteristiche principali:

  • Domanda superiore all’offerta.
  • Aumento dei prezzi di beni, servizi e materie prime.
  • Salari in crescita, ma spesso insufficienti a compensare l’aumento dei prezzi.

Contesto economico:

  • Periodi di forte crescita economica.
  • Politiche monetarie espansive.
  • Può culminare in un surriscaldamento economico.
  1. Reflazione

La reflazione è un fenomeno che segue una crisi o una fase di recessione, durante la quale i governi e le banche centrali adottano politiche per stimolare l’economia.

Durata tipica: 5-10 anni.

Caratteristiche principali:

  • Stimoli economici come tagli ai tassi di interesse e aumento della spesa pubblica.
  • Aumento graduale della domanda e dei prezzi dopo un periodo di stagnazione o deflazione.
  • Ripresa del mercato del lavoro e dei consumi.

Contesto economico:

  • Periodi successivi a crisi economiche (es. anni ’30, anni 2008-2010).
  • Obiettivo è riportare l’inflazione a un livello controllato (di solito intorno al 2%).
  1. Deflazione

Questa fase è caratterizzata da un calo generale e prolungato dei prezzi, spesso associato a una crisi economica o a un eccesso di offerta rispetto alla domanda.

Durata tipica: 5-10 anni.

Caratteristiche principali:

  • Prezzi in calo su beni e servizi.
  • Consumatori e aziende ritardano acquisti e investimenti, aspettandosi prezzi ancora più bassi.
  • Rallentamento della crescita economica e aumento della disoccupazione.

Contesto economico:

  • Si verifica spesso durante o dopo crisi economiche profonde.
  • Rischio di recessione prolungata se non affrontata con politiche monetarie espansive.
  1. Stagflazione

Questo ciclo combina inflazione alta con una crescita economica stagnante o bassa, accompagnata da elevata disoccupazione.

Durata tipica: 5-15 anni.

Caratteristiche principali:

  • Prezzi in aumento, ma senza una corrispondente crescita del reddito reale o dell’occupazione.
  • Difficoltà per le banche centrali nel bilanciare la crescita economica con il controllo dei prezzi.
  • Riduzione del potere d’acquisto e della fiducia dei consumatori.

Contesto economico:

  • Periodi di shock economici, come la crisi petrolifera degli anni ’70.
  • Politiche monetarie restrittive per combattere l’inflazione che frenano ulteriormente la crescita.

Durata totale dei cicli

I quattro cicli si alternano in un arco temporale che può variare tra i 50 e i 70 anni, a seconda delle condizioni economiche globali e delle politiche adottate. Ad esempio:

  • 1900-1970: Diverse fasi di inflazione e deflazione tra le due guerre mondiali, seguite da stagflazione negli anni ’70.
  • 1980-2023: Inflazione controllata negli anni ’80 e ’90, deflazione nei primi anni 2000, reflazione post-crisi 2008 e nuova inflazione nel 2021-2023.

Questa alternanza ciclica è spesso influenzata da eventi globali, politiche governative, e innovazioni economiche.