PAC

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PAC: cos'è e a cosa serve?

Con un PAC, ovvero con un "Piano di Accumulo di Capitale", investi nel tempo, con regolarità, ad esempio mensilmente o trimestralmente.

E' lo strumento ideale per implementare la tua quota di azionario all'interno del Portafoglio crescita. 

Certamente l'ideale sarebbe aspettare il momento in cui il mercato crolla ma il problema è che è impossibile conoscere il momento ideale per effettuare l'investimento [1]. L'unica certezza è che restare disinvestiti costa per l'inflazione e per il mancato guadagno.

Il PAC è l'alternativa al PIC ovvero al "Piano di Investimento di Capitale", che consiste nell'investire in un’unica soluzione. In teoria, in un mercato che nel lungo termine è in crescita costante, è la soluzione preferibile, in quanto  acquisteresti a prezzi mediamente inferiori, sfrutteresti il pieno potenziale del tuo capitale investito ed avresti minori costi di transazione ma  c'è da considerare lo stress psicologico nel caso si verificasse un sell off subito dopo avere effettuato l'investimento.

La finanza comportamentale ti insegna che devi considerare la tua capacità di sopportare forti perdite.

PAC

 

QUANTO PUO' CROLLARE IL MERCATO?

Prima di prendere la tua decisione è normale che ti chieda quale sia la perdita massima che potresti subire per poter valutare se sei in condizioni di poterla accettare, sia finanziariamente che psicologicamente.

Comprendere il rischio è essenziale per sapere quando è il momento giusto per entrare nel mercato e quando, invece, aspettare. Ma il rischio reale non è sempre facile da calcolare.

Parti dal conoscere i più importanti drawdown che ci sono stati in passato, con la durata sia della discesa che del tempo necessario per recuperare le valutazioni di partenza.

Se escludi la grande depressione del 1929, i peggiori drawdown sono stati il -57% del 2007 e il -43% del 1973.

Considera che anche le obbligazioni investment grade non sono esenti da drawdown, soprattutto a causa dell’inflazione, con cali, per duration medie, sino al 15% come si è verificato nella fase post covid.

Tornando all’azionario, per valutare il grado rischio che stai correndo, potresti analizzare il “Price-to-Earnings (PE) ratio” dell'indice S&P500, uno degli indici più seguiti al mondo. Il PE è un ottimo indicatore per capire se il mercato è sopravvalutato o sottovalutato.

Supponi che il PE dello S&P500 sia 26 con una media storica di 20. Significherebbe che il mercato è sopravvalutato del 30%.

Per avere una ulteriore conferma, verifica che l'indice mondiale che hai selezionato, ad esempio l'MSCI o il FTSE World, abbia una sopravvalutazione simile, ad esempio un PE di 20 con una media storica di 15.

A questo punto sai, con una buona approssimazione, che se investissi ora, potresti subire una correzione che, non solo riporterebbe i valori alla media storica, ma, per l'effetto "elastico" del mercato, che raramente è in equilibrio e tende sempre ad ondeggiare intorno alla media, potresti perdere un ulteriore 30%, per una perdita totale del 46%, infatti, 60 di perdita complessiva diviso 130 (100 + 30 della sovra valutazione di partenza) fa 46%.

 

QUALE PERDITA PUOI PERMETTERTI?

Se non sopporti l'idea di perdere metà del tuo capitale, devi stabilire una soglia più bassa.

Deciderlo non è facile in quanto un conto è ipotizzarlo ed un altro è vedere realmente il tuo denaro svanire. 

Proviamo a progettare un PAC che preveda una perdita massima del 10%.

PRIMO ANNO

Investi il 20% del tuo Portafoglio crescita e il mercato crolla del 50% alla fine dell'anno.

L'80% residuo investito in obbligazioni sicure ipotizza che abbia reso il 3%, generando un interesse di 2,4% sull'intero portafoglio, cioè l’80% del 3%. La tua perdita sarà del 7,6%, pari al 10% della perdita delle azioni meno il 2,4% del guadagno sulle obbligazioni. Dunque, potrai proseguire il tuo PAC senza troppe preoccupazioni.

SECONDO ANNO

Investi un ulteriore 10%, il tuo Portafoglio crescita sale al 30%, e il mercato crolla del 50% alla fine del secondo anno creandoti una perdita sulle azioni del 15%.

Tuttavia, avrai maturato interessi sugli asset sicuri: il 3% sull’80% nel primo anno pari al 2,4% + il 3% sul 70% nel secondo anno pari al 2,1%, per complessivi 4,5%. Inoltre, è probabile che le azioni siano salite prima del crollo così che, anche in questo caso, la tua perdita non supererà la soglia psicologica del 10%. 

TERZO ANNO 

Investi un ulteriore 10%, il tuo Portafoglio crescita sale al 40%, e il mercato crolla del 50% alla fine del terzo anno creandoti una perdita sulle azioni del 20%.

Tuttavia, più trascorrono gli anni del tuo PAC, meno saranno le probabilità che il tuo capitale iniziale perda oltre il 10%.

***

Per aiutarti psicologicamente in questo percorso è opportuno che acquisti le obbligazioni sicure attraverso degli ETF che ti consentano di monitorare sul tuo estratto conto le plusvalenze maturate. Questo approccio ti permetterà di completare, o ancor meglio di accelerare, il tuo PAC durante gli inevitabili sell-off del mercato azionario. Poco importa che le plusvalenze sull'obbligazionario siano ottenute con "finti" guadagni, cioè con interessi che vanno prevalentemente a compensazione dell'inflazione, l'importante è che tu riesca a fare decollare il tuo PAC azionario, l'unico in grado di generare vere performance. 

 

NON SEMPRE ACCADE IL PEGGIO

Fortunatamente è possibile che il mercato azionario non crolli ma che cresca in linea con la media storica del 7% lordo o persino di una percentuale maggiore. In questo caso il tuo PAC avrà preso il volo, non potrà più scendere sotto il valore del capitale iniziale e tenderà a crescere di valore esponenzialmente.

Potrai anche permetterti di velocizzare il raggiungimento del 100% di investimento azionario nel Portafoglio crescita, così che la durata del tuo PAC, nell'esempio ipotizzata in 9 anni, 20% iniziale più il 10% all'anno, si riduca notevolmente.

 

LA PARTENZA

Se nel tuo Portafoglio crescita ci fosse già un ETF azionario globale che pesasse almeno il 10-30% dell'obiettivo finale e se lo stesso ETF fosse in plusvalenza di almeno un 10%, sarà per te psicologicamente facile implementarne la percentuale ed arrivare in meno di 5 anni all'obiettivo finale del 100%.

Ma se non avessi un ETF azionario mondiale nel tuo Portafoglio crescita o avessi l’ETF sbagliato, perché troppo costoso o poco diversificato, ti troveresti nella sgradevole posizione di dover vendere e, oltre ai possibili oneri fiscali, dopo pochi mesi, potresti ritrovarti con il tuo ETF in pesante perdita e senza più il coraggio di implementarlo. In questo caso ti suggeriamo di seguire gli step esemplificati nei paragrafi precedenti.

 

L'ARRIVO

Procedendo come sopra descritto il tuo PAC potrebbe crescere sino a raggiungere il 100% del tuo Portafoglio.
Se ci sei riuscito hai probabilmente raddoppiato il tuo capitale iniziale in termini reali. 
Ad esempio, sei partito con 100 (10% di azioni e 90% di obbligazioni super sicure) ed ora hai il 100% investito in azioni che valgono 300 che, al netto dell’inflazione e delle imposte sull’inflazione, tornerebbero a valere i 100 iniziali se il mercato dimezzasse la sua valutazione.
 
Vale la pena spingersi sino a questo punto?
È opportuno ridurre la % di Portafoglio esposto al rischio?
 
Dipende da due fattori:
  • dalla tua reazione nel caso dovesse accadere un sell off devastante, in quanto potrebbe non esserti di consolazione sapere che sei tornato, dopo diversi anni, al punto di partenza e nemmeno sapere che se avessi investito sempre e solo in obbligazioni super sicure non avresti fatto meglio.
Considerato che nemmeno tu puoi prevedere la tua reazione a fronte di un evento che non ti è mai accaduto, noi suggeriamo che la % MASSIMA DI RISCHIO ACCETTABILE ovvero la % massima di azioni in Portafoglio (sempre considerando che la parte restante sia investita in obbligazioni super sicure) sia:
  • tra il 60% e l’80% quando il PE è sopra la sua media storica e/o il premio al rischio sia < al 3%;
  • tra l’80% e il 100% quando il PE è sotto la sua media storica e/o il premio al rischio sia > del 4%.
Dunque, potrebbe accadere:
  • che si sia raggiunta una % del 60-80% di azioni con un mercato sopravvalutato, rendendo opportuno interrompere il PAC;
  • che si sia raggiunta una % dell’80-100% di azioni con un mercato divenuto sopravvalutato, rendendo consigliabile alleggerirsi.
Non si tratta di effettuare del market timing (non si ha la pretesa di prevedere l’andamento del mercato) e nemmeno di ribilanciare (avendo adottato un asset allocation flessibile) ma semplicemente di sfruttare a proprio vantaggio la statistica.
 

CONCLUSIONE

Il PAC su un ETF azionario mondiale non è solo un modo per investire gradualmente ma è un vero e proprio metodo per proteggerti dalla volatilità del mercato, aiutandoti a costruire un patrimonio solido nel tempo, senza cadere nelle trappole dell'ansia e delle decisioni impulsive.

Investire gradualmente ti permette di evitare perdite dolorose e di costituire le fondamenta per la gestione del tuo patrimonio. Considerare i primi passi del tuo PAC non solo un investimento finanziario ma l’inizio di una strategia per sopportare la volatilità necessaria per ottenere rendimenti importanti negli anni.

 

NOTE

 

[1]

Il tentativo di prevedere i movimenti della Borsa, basandosi su indicatori tecnici o su elementi macroeconomici, si chiama market timing. Supposto che qualcuno sia veramente in grado di utilizzare questa tecnica non è certamente per te che sei un semplice (ma non sprovveduto) investitore e non un trader professionista. Il sistema di market timing più utilizzato è quello basato sulle medie mobili di lungo periodo (200 giorni o 40 settimane o 10 mesi) e l’analisi di trend following basato su supporti e resistenze. Tuttavia, queste tecniche non funzionano sempre e non per tutte le classi di investimento. In ogni caso anche il market timing funziona meglio su orizzonti lunghi mentre nel breve periodo prevedere il mercato è impossibile. Nei due grafici sotto riporatti si evince come lo S&P500 (l’indice azionario più efficiente indicato con il tratteggio azzurro) anticipa, sia nella discesa che nella salita, i guadagni delle aziende (Earning), il PIL “Prodotto Interno Lordo” (GDP) ed i salari (Payrolls). Senza contare che questi dati vengono comunicati al mercato con un ritardo tale da renderli utilizzabili solo per un’illuminata spiegazione postuma e cioè quando ormai non servono più.
Dunque, è impossibile pensare di acquistare o vendere in relazione a quanto sta accadendo in quanto il mercato ti precede quasi sempre. Meglio spendere diversamente il tuo prezioso tempo! Rileggiti i paragrafi dedicati ai “Principi guida” ed all’ “Asset allocation“.