Investire o distribuire: come scegliere l'opzione più adeguata
Esigenze aziendali
Se sei un amministratore di una società di capitali che ha la fortuna di vantare una significativa liquidità e ti sei chiesto come gestire il tuo tesoretto, questa è la sezione che dovrebbe dipanare i tuoi dubbi.
Preliminarmente devi decidere se questo denaro può servirti in azienda, per acquistare un capannone o un macchinario o semplicemente per finanziare l'incremento del magazzino o finanziare dei crediti commerciali o per qualsiasi esigenza d'impresa.
Se la risposta fosse positiva, cioè potresti avere l'opportunità d'investire in azienda nel futuro, la soluzione è semplice: investi immediatamente la tua liquidità, per contrastare l'inflazione, senza aspettare i tuoi futuri investimenti in azienda.
Potresti valutare obbligazioni con rating Investment Grade (cioè sicure), in euro (per evitare il rischio cambio) e a breve termine. Non è rilevante se investirai in obbligazioni corporate o governative, l'importante sarà diversificare.
Investire o distribuire
Viceversa, se sai che il denaro che hai sul conto corrente non sarà impiegato nello sviluppo del tuo business, la scelta è un poco più sofferta.
Iniziamo dalle certezze: dovrai investire questo denaro nel modo più redditizio possibile e, quindi, assumendoti qualche rischio in più rispetto a quello che ti saresti preso investendo tutto in obbligazioni euro investment grade. Come hai appreso nei post precedenti "volatilità = rendimento". Orizzonte temporale più lungo possibile, diversificazione e costi bassi saranno gli ingredienti per una buona asset allocation ma, per questo, rimandiamo ai post dedicati alla "Gestione finanziaria".
Ora il dubbio amletico: investire direttamente in azienda o distribuire il denaro ai soci e lasciare che siano quest'ultimi ad investire?
Intanto hai un'altra certezza: se ti è possibile distribuire riserve non soggette a ritenuta del 26% o restituire finanziamenti ai soci, procedi in tal senso ed investi direttamente come persona fisica.
Come tutte le scelte strategiche le variabili sono molteplici. Converrà, ad esempio, distribuire la liquidità se l'attività aziendale è esposta a un potenziale rischio di fallimento (ad esempio aziende industriali).
Al contrario, optare per un investimento della liquidità in azienda risulta vantaggioso per alcune motivazioni:
1- Possibilità di compensare perdite fiscali societarie con eventuali plusvalenze finanziarie;
2- Possibilità di recupero di eventuali minusvalenze finanziarie realizzate su ETF o fondi, a riduzione degli utili fiscali societari; minusvalenze che, se realizzate dalla persona fisica, andrebbero perse.
3- In termini finanziari, la scelta risulta più conveniente grazie ad una fiscalità leggermente agevolata, come si evince dalla tabella:
La tabella dimostra che investire in società e poi distribuire risulta più conveniente, poiché la società può far fruttare l'intero capitale (€ 1000), rinviando la tassazione solo al realizzo della plusvalenza. Il maggior rendimento è infatti superiore alla maggiore tassazione complessiva.
La convenienza è maggiore quanto più è lungo l'orizzonte temporale dell'investimento, come dimostra il seguente esempio:
- Capitale iniziale in società: 100.000 euro.
- Costo di distribuzione soci: 26%
- Plusvalenza lorda: 10% composto (incremento annuo del capitale investito)
- Tassazione plusvalenza in capo alla società ante distribuzione ai soci: 24% (IRES)
- Orizzonte temporale: 10 anni.
Scenario 1: Prelevare subito 100.000 Euro e investirli come persona fisica
- Costo distribuzione ai soci (immediato): 26% di 100.000 euro = 26.000 euro.
- Capitale netto investito: 100.000 - 26.000 = 74.000 euro.
- Plusvalenza maturata in 10 anni: 117.937 euro
- Imposta sulla plusvalenza: 30.664 euro (117.937 x 26%) .
- Capitale netto finale: 161.273 euro. (100.000-26.000+117.937-30.664)
Scenario 2: Lasciare 100.000 Euro in società per 10 anni e poi distribuire
- Costo distribuzione ai soci (immediato): 0
- Capitale netto investito: 100.000
- Plusvalenza maturata in 10 anni: 159.374 euro
- Imposta sulla plusvalenza in capo alla società ante distribuzione ai soci: 38.250 euro (159.374 x 24%) .
- Capitale da distribuire ai soci (dopo 10 anni): 221.124 (100.000+159.374-38.250)
- Costo distribuzione ai soci (dopo 10 anni): 57.492 (221.124 x 26%)
- Capitale netto finale: 163.632 euro. (100.000+159.374-38.250-57.492)
Confronto
- Scenario 1 (Prelevare subito): Utile netto dopo 10 anni ≈ 161.273 euro.
- Scenario 2 (Lasciare in società): Utile netto dopo 10 anni ≈ 163.632 euro.
- Differenza: 163.632 - 161.273 = 2.359 euro, ossia maggior capitale netto finale se investo in società e poi distribuisco.
4- Esenzione imposte di successione di aziende nel caso il beneficiario prosegua l’attività per almeno cinque anni.
In caso di successione ereditaria, la trasmissione di quote societarie può beneficiare dell'esenzione dall'imposta di successione, a determinate condizioni, previste dall’art. 3, comma 4-ter, D.lgs. n. 346/1990 (Testo Unico sulle Successioni e Donazioni):
“Non sono soggetti all’imposta i trasferimenti di aziende o rami di azienda, di quote sociali e di azioni, a favore dei discendenti e del coniuge, se il beneficiario prosegue l’attività per almeno cinque anni dalla data del trasferimento, rendendo apposita dichiarazione entro un termine determinato.”
Per beneficiare dell’esenzione dall’imposta di successione:
-
Oggetto del trasferimento: quote di controllo (diretto o indiretto) di società di persone o di capitali.
-
Soggetti beneficiari: coniuge o discendenti del de cuius (es. figli).
-
Impegno: proseguimento dell’attività per almeno 5 anni, con apposita dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.
-
Tempistiche: la dichiarazione deve essere presentata entro 1 anno dalla dichiarazione di successione.
Vantaggio fiscale: nessuna imposta di successione dovuta sul valore delle quote o azioni trasferite, che comprenderanno anche la liquidità e gli investimenti finanziari oggetto del presente paragrafo, con un risparmio potenziale fino al 4%-8% sul valore dell’azienda/quote, in base al grado di parentela e franchigia.
Conclusione
Ad esclusione di situazioni di rischio connesse all'attività di impresa, investire la liquidità in qualità di società di capitali, e distribuirla solo in seguito, risulta più vantaggioso in termini fiscali e finanziari.
ASSUNZIONE O EMOLUMENTO IN ALTERNATIVA O IN AGGIUNTA AL DIVIDENDO
Necessita valutare con il tuo Family Office la tua situazione previdenziale:
- intendi andare in pensione come dipendente, dirigente o con la gestione separata degli amministratori?
- quanto è l'importo minimo che devi versare? Per l'anno di contribuzione 2025 necessita un compenso minimo annuo di euro 18.555
- per quanti anni devi versare i contributi?
- con quale pensione Si matura contribuzione ai fini pensionistici, serve?
- come dipendente potresti usufruire di qualche agevolazione (maternità, apprendistato, ecc.)?
Va inoltre valutata la situazione fiscale:
- il carico fiscale si riduce in presenza di oneri detraibili / deducibili / per ristrutturazioni e simili;
- in assenza di altri redditi il socio può essere considerato a carico di altro familiare che recupera i suoi oneri deducibili / detraibili;
- oneri detraibili / deducibili persi in mancanza di altri redditi (gli utili non confluiscono nel modello Redditi);
Di seguito abbiamo comparato la "distribuzione" di € 100 mila come emolumento amministratore (dove si evidenzia un costo del 335) e come dividendo (dove il costo è "solo" del 26%).
Come si evince le variabili sono molteplici ed è impossibile suggerire una soluzione che sia adeguata alle esigenze di chiunque.
OTTIMIZZAZIONE FISCALE
PER GRANDI PATRIMONI
E' la specialità del nostro Family Office.
Questi grandi patrimoni richiedono soluzioni su misura che consentono di ridurre il carico fiscale sino a raddoppiare le performance del capitale investito.
Queste soluzioni sono le uniche che non vengono spiegate analiticamente nella Guida in quanto non sono standardizzabili.