Recuperare le perdite: un approfondimento
Non sempre risulta semplice recuperare le perdite: nel paragrafo relativo alla fiscalità hai potuto costatare come il sistema fiscale italiano ti impedisce di compensare sempre le minusvalenze con le plusvalenze. Pertanto, può accadere di aver investito in prodotti finanziari, quali i fondi comuni d’investimento e/o gli ETF, che soffrono per rilevanti minusvalenze e che, conseguentemente, ti dispiace liquidare sapendo che non avrai più modo di compensare le perdite fiscali maturate (se hai solo fondi o ETF in portafoglio), cioè quelle che non vanno nemmeno ad incrementare lo zainetto fiscale.
Ipotizziamo che tu abbia deciso di liquidare questi prodotti finanziari per il loro costo, in questo articolo ti aiutiamo a prendere una decisione aiutandoci con un esempio:
- hai investito in un fondo d'investimento € 100.000, con un costo di gestione annuo (TER) del 2% sul quale hai maturato una minusvalenza del 20%, quindi hai un capitale finale residuo di € 80.000;
- il nuovo prodotto d'investimento, con il medesimio benchmark, su cui hai deciso d'investire ha un TER dello 0,2% e dunque, costa l'1,8% meno di quello che attualmente detieni.
Devi chiederti in quanto tempo il risparmio sui costi del nuovo prodotto compenseranno la perdita fiscale che non riuscirai più a recuperare. La perdita fiscale è pari a € 20.000 x 26% = € 5.200. Il risparmio sul costo di gestione sarà pari a € 80.000 x 1,8% (2% - 0,2%) = € 1.440.
Questo significa che in 3 anni e 6 mesi avrai recuperato la perdita ottenuta: € 5.200 / € 1.440 = 3,6 anni.
In realtà, questa previsione è una semplificazione che parte dal presupposto improbabile che tu sia riuscito a recuperare le perdite riportando il tuo investimento ai 100.000 € iniziali, grazie a performance sempre positive del mercato, al termine dei 3 anni e 6 mesi.
Infatti, nella pratica, devi ipotizzare di non raggiungere il risultato sperato e, pertanto, nell'ipotesi di non essere riuscito a coprire le perdite realizzate rischieresti di continuare ad accumulare costi inutili senza ragione. Per comprenderlo meglio, ipotizza che il tuo investimento (il benckmark sul quale stai puntando) continui a perdere, ti troveresti nell'assurda situazione di continuare ad accumulare costi inutili senza avere più una ragionevole probabilità di compensare le perdite fiscali.
I costi sono certi le performance no! Conviene dunque puntare sul prodotto meno costoso pur non avendo la certezza di compensare fiscalmente le minusvalenze.
Non utilizzare strumenti "rischiosi"
E' importante evitare di compromettere la propria strategia d’investimento nel tentativo di recuperare le perdite pregresse, soprattutto scegliendo strumenti più rischiosi come certificati o azioni, nella speranza di ottenere rapidamente un guadagno.
Rimanere fedeli a una strategia globale, diversificata e orientata al lungo periodo, è il modo migliore per garantire una crescita solida e sostenibile del proprio patrimonio. Investire in modo impulsivo per recuperare le perdite rischia di compromettere i risultati futuri e di esporre il portafoglio a pericoli evitabili. Aumentare il livello di rischio del portafoglio per recuperare minusvalenze pregresse potrebbe rilevarsi una strategia idonea a creare nuove perdite fiscali invece che compensare quelle presistenti.
Un decimale di rendimento in più sul tuo portafoglio ha un impatto decisamente superiore rispetto alle tasse risparmiate da una compensazione fiscale ottimale. Per mantenere inalterata la tua strategia d'investimento ma recuperare fiscalmente le perdite pregresse alcune obbligazioni potrebbero essere adatte. Questo sito ti potrebbe aiutare nel selezionarle.
Altri strumenti che comportano sicuramente un grado di rischio maggiore e che spesso vengono utilizzati per recuperare le minusvalenze sono gli ETN.
Prima di utilizzare questi strumenti, è importante ricordare i rischi associati, in quanto si tratta di note di credito, come spiegato nell'articolo relativo agli ETP.